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La Storia Di Atlantide

giovedì 20 marzo 2008

Atlantide
Il filosofo greco Platone fu il primo a parlare dell'isola di Atlantide. Un territorio vasto, grande più o meno come la Spagna. La sua lunghezza era circa 700 chilomeri e la sua estremità settentrionale si sarebbe trovata alla stessa latitudine dello stretto di Gibilterra donando a quelle terre un clima mite.

Atlantide era una nazione marinara, favolosamente ricca e signora del mediterraneo fino all'Egitto e all'Etruria.. Ricca di risorse naturali e riparata da alte montagne aveva una ricca fauna tra cui molti elefanti.

Dieci Re, discendenti di Poseidone, governavano le dieci regioni in cui era divisa l'isola.Secondo Platone l'isola era stata assegnata al dio del mare quando gli dei si erano spartiti la terra. Sull'isola viveva una donna mortale di nome Cleito di cui il dio si innamorò. Per proteggerla trasformò la collina sulla quale viveva in una fortezza, circondata da tre fossati concentrici. I discendenti di Cleito, gli atlantidi, fondarono una città incorporando gli anelli d'acqua. Il primo di loro fu Atlante. Sulla sommità della collina sorgeva il palazzo reale con al centro il tempio di Poseidone. Oro e argento abbellivano il tempio e due sorgenti, una d'acqua calda e una fredda rifornivano i serbatoi e i bagni. Sugli anelli di terra sorgevano templi, giardini, maneggi e ginnasi. Nel porto veloci navi erano sempre pronte a prendere il mare.

Gli atlantidei un tempo giusti si trasformarono in crudeli conquistatori, ma la loro avanzata fu fermata dagli ateniesi, circa duecento anni prima di Platone (347 ac). Tutto questo fu raccontato a Solone dai sacerdoti di Sais capitale del Basso Egitto. Il greco lodando la civiltà e la cultura greca fu apostrofato in malo modo da un sacerdote: Sonchis, uno dei sacerdoti della città, che paragonò la cultura greca ad un bambino appena in grado di leggere, e raccontò la storia della civiltà atlantidea. La storia fu tramandata poi oralmente fino a quando Platone non la mise per iscritto. A parte la sconfitta ad opera degli ateniesi, da ritenersi un modo di ingraziarsi i favori dei suoi compatrioti da parte dell'autore, cosa c'è di vero nella storia di Atlantide?

Da Platone in poi Atlantide è stata cercata ovunque, e vari profeti hanno predetto il luogo del suo ritrovamento. Edgar Cayce predisse che sarebbe stata ritrovata vicino a Bimini nelle Bahamas. Nel 1968 un pescatore disse di aver visto una grande strada sott'acqua, ma ancora oggi non si sa se la strada di Bimini sia naturale o opera dell'uomo.

Atlantide sprofondò in una sola notte, l'isola scomparve tra i flutti, lasciando dietro di sé un enorme quantità di fango che rese impossibile navigare l'oceano oltre le colonne d'Ercole. Questo spiegherebbe la nascita di miti su mostri che inghiottivano le navi che varcavano lo stretto di Gibilterra.

La storia di Atlantide non è però riportata da alcun testo dell'antichità. Anche quando Carlo Magno si impadronì della bibiloteca di Alessandria non trovò alcun testo che parlasse di questa antica civiltà, o forse non ebbe il tempo di trovarlo. La tecnologia in possesso degli atlantidei nel 9500 ac anticipava di circa 6000 anni l'uso dei metalli. Una discrepanza inaccettabile per gli storici.

Ma non è l'unica, è notizia recente che uno studioso, riletta l'Odissea e appurato che nel viaggio d'Ulisse le distanze e la posizione delle varie isole non combaciavano con la geografia del mediterraneo, ha cercato una spiegazione. L'ha trovata in Danimarca, se l'odissea si fosse svolta nelle isole dell'arcipelago danese ogni distanza sarebbe giusta, ogni isola esattamente dove la descrisse Omero. Omero o uno scrittore danese?

Un isola delle dimensioni della spagna che sprofonda in una sola notte crea un'onda di maremoto che investe ogni terra emersa si affacci sullo stesso mare. Ogni città verrebbe spazzata via dalla furia dell'acqua. Solo le terre nel mediterrano si sarebbero salvate dando poi origine alle civiltà più antiche a noi conosciute.

Nell'estate del 1628 a.C. l'isola greca di Thera esplose con la potenza di trenta bombe all'idrogeno. Il centro dell'isola scomparve e i frammenti di terreno polverizzati e vaporizzati furono proiettati in cielo per chilometri. Campi e vigneti vennero sostituiti da un cratere largo e profondo che il mare riempì rapidamente. Le poche zone dell'isola rimaste intorno al bordo del cratere furono coperte in breve tempo dai detriti vulcanici, strati e strati di cenere incandescente.
I resti dell'isola, terreni inabitabili per generazioni, forse per centinaia di anni, costituiscono oggi le cinque piccole isole greche note con il nome di Santorini, la più grande delle quali è Thera. E' stato ipotizzato che il mito di Atlantide sia stato costruito sulla storia di Thera e di Creta, ma nessun mito di Atlante è riferibile a queste isole.

Lo studioso e scrittore Peter James, consapevole di quanto tutte le spiegazioni che collegavano Atlantide all'Età del Bronzo fossero lacunose, decise di usare un altro tipo di approccio. Per prima cosa, cominciò a studiare la figura di Atlante, descritto come primo re di Atlantide.
Secondo il mito greco, Atlante era stato condannato a vivere a occidente e a sostenere su di sé, per l'eternità, il peso del cielo. Il fatto che il re di Atlantide vivesse a occidente spiega perché la storia riferita da Platone sia ambientata sull'oceano Atlantico. James si chiese se questa non fosse un'aggiunta successiva, dal momento che le navi e i mercanti greci si spinsero al di là delle Colonne d'Ercole solo nel VII secolo a.C. Ma da dove era stato bandito Atlante? Nessun altro studioso moderno si è posto questa domanda.
Il poeta greco Pindaro, vissuto nel V secolo a.C., scrive che Atlante era stato bandito "dalla terra dei suoi avi e dalle sue proprietà". Ma dov'erano questa terra e queste proprieta? James cercò fra i documenti antichi e scoprì che tutti, inequivocabilmente, indicavano l'Anatolia, la Turchia occidentale. Nell'Età del Bronzo, la Turchia era abitata dagli ittiti, una popolazione nella cui mitologia figurava un personaggio che, come Atlante, sorreggeva il cielo. In effetti, è possibile che il greco Atlante derivi da lui, perché l'antica Turchia è una delle fonti primarie della mitologia greca.
Inoltre, l'Atlante ittita era in qualche modo collegato al culto del toro, e viene spesso raffigurato con la testa di questo animale e con gli zoccoli al posto di mani e di piedi

Sull'isola di Atlantide il culto di Poseidone veniva celebrato con il sacrificio di tori e lo stesso Poseidone veniva raffigurato con testa di toro. Al centro della città sorgeva il suo tempio, circondato da un bosco sacro dove i tori vivevano in libertà. (Anche gli abitanti di Catal-Huyuk, in Turchia, veneravano una divinità con la testa di toro)

Gli antichi miti si confondono e si intrecciano, vengono ripresi, modificati e raccontati sotto altra forma. Gli antichi greci ripresero miti nordici o Ittiti per rafforzare la loro grandiosità, la chiesa cristiana farà lo stesso con i miti religiosi, ma questa è un'altra storia.

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